Nel centenario della prima diMadama Butterfly alla Scala nel 1904 e in concomitanza con l’ottantesimo anniversario della morte di Giacomo Puccini (1858-1924), il Teatro alla Scala conclude l’omaggio al celebre compositore (iniziato lo scorso gennaio con Turandot e Gianni Schicchi) con Madama Butterfly .
È al 1900 che risale il primo incontro di Puccini con il dramma in prosa di David Belasco, all’epoca in scena al Duke of York’s Theatre di Londra. Puccini ne rimane profondamente affascinato e ne intuisce la portata comunicativa, capace di imprimersi nell’immaginario collettivo al di là della parola. Sul compositore, inoltre, dovette pesare non poco l’attrattiva dell’elemento esotico, particolarmente in voga in quegli anni.
L’esotismo di Puccini va a fondere canti originali e spunti melodici inventati utilizzando scale orientali oltre a stili orchestrali che per timbro e disposizione richiamano linguaggi musicali esotici, rivelandosi tutt’altro che esotismo di cornice. Per il dramma psicologico, dominato dall’ unico personaggio femminile di Cio-Cio-San, sedotta, abbandonata e infine suicida, Puccini va a creare un nuovo linguaggio che associa motivi musicali ad aree simboliche (la maledizione, la morte, l’amore, il destino), creando così una rete di rimandi semantici ai momenti-chiave della vicenda.
Alla Scala di Milano, la sera del 17 febbraio 1904, Madama Butterfly fu accolta da un clamoroso insuccesso (forse un boicottaggio). Dopo esser stata ritirata, l’opera fu ripresentata al Teatro Grande di Brescia; da allora la celebre tragedia pucciniana continua a raccogliere successi nelle platee di tutto il mondo.
Fino al 21 luglio Madama Butterfly è in scena (nella versione definitiva del 1906) al TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI, eseguita dall’ORCHESTRA E dal CORO DEL TEATRO ALLA SCALA, diretti da Bruno Bartoletti, interpretata da Daniela Dessì, Roberto Aronica, Elena Cassian, Alexandru Agache con la Regia di KEITA ASARI.
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